Terzo tempo è un progetto che io e lo Swirlfish Studio( formato da un simpatico duo di vere appassionate di fumetto: dorotea e Valeria) abbiamo proposto alla Tunuè a narnia ma di cui non ho ancora avuto risposta.
E' un fumetto che parla di Basket ma non solo...
Queste sono alcune tavole
lunedì 5 ottobre 2009
lunedì 27 ottobre 2008
UN GENTILE OMAGGIO
Questa è una versione fatta da un mio amico basandosi sull'immagine del blog.
Il disegno e di Marco Nicoli detto il Guercio. Ora il Marco è bravo e se non fosse così...diciamo...manco lento...scostante... ecco sì perfetto...ora se Marco non fosse scostante io l'avrei rincoglionito fino alla morte di sceneggiature.
lunedì 20 ottobre 2008
PERSONAGGIO IN CERCA D'EDITORE
Lui é ORFEO...è un personaggio in stato non proprio embrionale ma ancora la maggiore età non l'ha raggiunta...i disegni sono di Alessandro Benvenuto.
I testi sono miei...non posso dire se la storia è buona...è mia ed io non posso giudicare...ma su i disegni posso farlo e devo dire che la prima volta che Alessandro mi ha mandato il suo sketch sono rimasto incantato per ore. Ho altri disegni nel cassetto ma per ora vediamo se il bambino piace in giro...
lunedì 14 aprile 2008
martedì 29 gennaio 2008
SCELTE INUTILI
Ho sempre pensato che mi fosse stato negato o tolto qualcosa. Che la mia completezza si fermasse in una compita insufficienza.
Sono state tante le volte in cui non ho afferrato cose che per gli altri erano semplici. Troppe le delusioni e mancanti i successi.
Mi ero dato da fare…ma forse non abbastanza. Il mondo non ce l’aveva con me. Per il mondo io non c’ero. Nessun grosso disagio giustificava la mia inesistenza.
Socialmente inutile perché socialmente non richiesto. Eppure qualcuno mi dava credito…ed io non capivo perché.
Forse avrei dovuto dare retta a loro. Se volevo esserci avrei dovuto urlarlo. E l’avrei fatto se quella mattina non pioveva. Guardando le gocce scendere rimandai il tutto e tornai a dormire.
Sono state tante le volte in cui non ho afferrato cose che per gli altri erano semplici. Troppe le delusioni e mancanti i successi.
Mi ero dato da fare…ma forse non abbastanza. Il mondo non ce l’aveva con me. Per il mondo io non c’ero. Nessun grosso disagio giustificava la mia inesistenza.
Socialmente inutile perché socialmente non richiesto. Eppure qualcuno mi dava credito…ed io non capivo perché.
Forse avrei dovuto dare retta a loro. Se volevo esserci avrei dovuto urlarlo. E l’avrei fatto se quella mattina non pioveva. Guardando le gocce scendere rimandai il tutto e tornai a dormire.
mercoledì 16 gennaio 2008
LE COSE CAMBIANO
Marcello credeva nell’amore…perché lui l’amore l’aveva conosciuto.
Paola aveva un visetto particolare di quelli che non ti fanno innamorare subito ma che ti chiedono un secondo sguardo.
Marcello e Paola andavano alla stessa scuola e alla mattina prendevano lo stesso autobus.
Era così che si erano conosciuti.
Lui fu colpito dal capello alla Valentina di Crepax, solo che lei era castana. Nello sguardo non c’era furbizia ma neanche malizia. Diventarono amici è fu un amicizia vera e sincera. Era bello per lui avere un’amicizia femminile…era bello per lei avere una amicizia maschile.
Poi però un giorno Paola prese le dita di Marcello tra le sue. Il tenero candore di quella mano che ora prendeva la mano di Marcello lo fece girare e guardare per una terza volta Paola. Oltre lo sguardo di lei si estendeva un sorriso e lui ne fu preso e dentro di se si senti sussurrare in un bisbiglio muto “I love You” . Pensava di nascondere sotto una lingua non sua un sentimento che ora gli apparteneva.
Tornò a casa e pensò a Paola perché ora non riusciva a fare altro se non dirsi che voleva lei.
Passavano i giorni e dentro di lui la cosa crebbe, la timidezza e la paura di rovinare un’amicizia lo frenavano.
Un giorno però non resistette più…natale era vicino e il pensiero delle feste con lei, dei baci a capodanno, dello stare mano nella mano alla messa del natale si fece feroce.
e allora mandò al diavolo la timidezza e la canzone degli 883 e si disse domani le parlerò.
Il mattino dopo per tutto l’autobus stette muto…poi finalmente mentre aspettavano di entrare in aula si fece coraggio e la fermò e le disse che doveva parlarle.
Finalmente da soli aprì bocca.
“Devo dirti una cosa” disse lui
“Anche io” rispose felice lei
“ Allora inizia tu” le concesse cavallerescamente
“ Voglio che tu sia il primo a saperlo perché sei il mio migliore amico…mi sono fidanzata”
Lui sorrise e si scoprì ipocrita…lei chiese che doveva dirle…lui rispose
“Sai credo che m’iscriverò ad arti marziali”
Quel giorno le foglie smisero di crescere sugli alberi.
Paola uscì con il suo ragazzo felice perché ora aveva l’amore e la vera amicizia.
Marcello colpì il sacco con violenza…ora aveva solo odio.
Paola aveva un visetto particolare di quelli che non ti fanno innamorare subito ma che ti chiedono un secondo sguardo.
Marcello e Paola andavano alla stessa scuola e alla mattina prendevano lo stesso autobus.
Era così che si erano conosciuti.
Lui fu colpito dal capello alla Valentina di Crepax, solo che lei era castana. Nello sguardo non c’era furbizia ma neanche malizia. Diventarono amici è fu un amicizia vera e sincera. Era bello per lui avere un’amicizia femminile…era bello per lei avere una amicizia maschile.
Poi però un giorno Paola prese le dita di Marcello tra le sue. Il tenero candore di quella mano che ora prendeva la mano di Marcello lo fece girare e guardare per una terza volta Paola. Oltre lo sguardo di lei si estendeva un sorriso e lui ne fu preso e dentro di se si senti sussurrare in un bisbiglio muto “I love You” . Pensava di nascondere sotto una lingua non sua un sentimento che ora gli apparteneva.
Tornò a casa e pensò a Paola perché ora non riusciva a fare altro se non dirsi che voleva lei.
Passavano i giorni e dentro di lui la cosa crebbe, la timidezza e la paura di rovinare un’amicizia lo frenavano.
Un giorno però non resistette più…natale era vicino e il pensiero delle feste con lei, dei baci a capodanno, dello stare mano nella mano alla messa del natale si fece feroce.
e allora mandò al diavolo la timidezza e la canzone degli 883 e si disse domani le parlerò.
Il mattino dopo per tutto l’autobus stette muto…poi finalmente mentre aspettavano di entrare in aula si fece coraggio e la fermò e le disse che doveva parlarle.
Finalmente da soli aprì bocca.
“Devo dirti una cosa” disse lui
“Anche io” rispose felice lei
“ Allora inizia tu” le concesse cavallerescamente
“ Voglio che tu sia il primo a saperlo perché sei il mio migliore amico…mi sono fidanzata”
Lui sorrise e si scoprì ipocrita…lei chiese che doveva dirle…lui rispose
“Sai credo che m’iscriverò ad arti marziali”
Quel giorno le foglie smisero di crescere sugli alberi.
Paola uscì con il suo ragazzo felice perché ora aveva l’amore e la vera amicizia.
Marcello colpì il sacco con violenza…ora aveva solo odio.
lunedì 7 gennaio 2008
CLUB PRIVIE'
Tre anni. E’ da tanto che manco da Roma. Mentre il taxi mi porta all’indirizzo da me chiesto, non posso fare ameno di pensare al perché sono andato via.
Un errore di gioventù. Si è stato quello ad allontanarmi da questa splendida città. perdere tutto quando ormai hai tutto, maledetta stupidità giovanile.
Ero giovane, ero spietato, ero bravo a sparare. Ero in piena ascesa. Avevo solo 21 anni quando ebbi un incarico di prestigio.
Qualcuno aveva attentato alla vita di Martelli, il boss che governava la zona est di Roma.
Non ricordo come ma lui si era salvato, ma ora non si sentiva più al sicuro.
Ingaggio cinque uomini per fargli da guardie del corpo. Io ero il più giovane dei cinque. Gli altri erano REMO, ALDO, GIO’ e PAOLO.
Insieme noi eravamo grandi. Non ci limitammo a scortare il boss e sua moglie. Riuscimmo, senza che nessuno ci avesse chiesto di farlo, a scoprire chi era il mandante degli omicidi. Il nostro capo era veramente soddisfatto di noi, ma io commisi l’errore di rendere sua moglie soddisfatta di me.
Quando si seppe della mia relazione, il boss chiese ai miei compagni di uccidermi. Noi cinque eravamo diventati, durante la missione, amici. Veri amici.
Non volevano uccidermi. Decisero di fingere la mia morte, dovetti scappare all’estero e di loro non seppi più niente… fino a una settimana fa.
Fu come una bastonata in testa, quel nome scandito dalla giornalista in quel canale satellitare suonava graffiante ad ogni lettera: ALDO era stato trovato in un fiume, il suo corpo era stato massacrato. L’avevano torturato. Volevo andare al funerale, lo dovevo alla nostra amicizia, dovevo farlo ma non potevo. Poi fu trovato anche PAOLO anche lui era stato torturato e ucciso. Mi giunse un sospetto. Chiamo un mio conoscente di Roma: GIO’ è stato portato via dagli uomini del Boss e REMO è scomparso.
Cercavano me, qualcuno aveva parlato. Cercavano me e torturavano i miei amici per trovarmi. Dovevo tornare a Roma.
Dovevo trovare REMO! C’era un solo posto dove poteva essere andato.
Il taxi mi lascia la BLUE SEA, un locale per omosessuali e transessuali. Sono in pochi a conoscere i gusti sessuali di REMO. Nel nostro ambiente la virilità è un obbligo.
Lo trovo in una sala appartata, lo trovo come mi aspettavo di trovarlo: vestito da donna è ubriaco.
Appena si riprende dall’alcool mi racconta tutto. Il Boss ha scoperto l’inganno e ora si sta vendicando.
E’ solo questione di tempo prima che trovi Remo. Io potrei scappare, Remo non parlerebbe mai. Non posso farlo, e non voglio farlo, i miei amici meritano la loro vendetta. Agiremo questa notte, Martelli non sa che sono qui. Lo coglieremmo di sorpresa.
Remo mi fornisce tutte le armi di cui ho bisogno. Sono stanco di scappare.
Martelli vive qui dentro. Un’immensa villa si para davanti agli occhi miei e di REMO. Ha di tutto lì dentro: c’è anche un club privé per gli scambi di coppie.
Ci presentiamo come coppia, Remo sembra una vera donna, ci fanno passare senza difficoltà, basta pagare. REMO ha perfino le tessere.
Il club è molto fine e si mangia bene. Martelli lo fece costruire per soddisfare un suo bisogno personale. Il suo essere un erotomane incallito. Sembra debba farsi tutte le donne che conosce. E’ su questo che noi puntiamo. Lui conosce Remo non IRMA.
Ben presto la nostra idea ha successo. Martelli si avvicina, chiede se può usufruire d’IRMA/ REMO, in cambio posso scegliere chi voglio. Non mi riconosce, Remo mi ha truccato bene.
Faccio finta di vagliare la sua offerta. L’accetterei comunque anche se non dovessi vendicarmi di lui, il locale è pieno di ragazze di cui vorrei approfondire la conoscenza.
Vado con una biondina con gli occhi azzurri. Sembra un angelo, so di non poterci fare nulla ma almeno sto in buona compagnia aspettando il segnale.
L’SMS, il nostro segnale arriva, quando la ragazza ha appena tolto il reggiseno.
“Secondo piano terza stanza” questo è quello che il messaggio dice.
Quando arrivo vedo che tutte le guardie del corpo sono lì. Saranno in sette o otto. Gli chiedo cos’è successo. Dicono che qualcuno ha preso in ostaggio Martelli, dopo di che m’invitano ad andarmene, potrebbe essere pericoloso. Lo sarà sicuramente, ma per loro. Da sotto la camicia, attaccato col nastro adesivo tiro fuori la mia mitraglietta. E’ questione di un attimo, non hanno neanche il tempo di capire chi li sta falciando.
Invito Remo ad uscire con il nostro amico. Martelli con la canna della pistola di Remo, puntata alla tempia sembra collaborare volentieri.
Chiediamo dov’è Giò. Scendiamo nelle cantine come ci ha indicato Martelli.
Falciamo altre due guardie, e Remo a farlo, ed è veloce nel farlo cazzo s’è veloce.
Troviamo Giò, e purtroppo lo troviamo vivo. L’hanno massacrato. Non ci resta che sparargli per alleviare il suo dolore.
Usiamo Martelli come ostaggio per la fuga.
Durante il tragitto ci propone un patto, la sua vita per del denaro molto denaro. Ci diciamo: perché no! Lui ritira una grossa somma per noi, cifra che contiene diversi milioni d’euro.
Prendiamo i soldi e lo ammazziamo comunque. In parte abbiamo onorato il patto, avremmo voluto prima torturarlo ma non l’abbiamo fatto.
Torno al mio esilio, anche Remo scappa via dall’Italia. Non l’ho più sentito,per mesi, almeno finche non mi è arrivata una lettera da Casablanca, dentro c’era la foto di una bella donna completamente nuda. La lettera era firmata IRMA.
Un errore di gioventù. Si è stato quello ad allontanarmi da questa splendida città. perdere tutto quando ormai hai tutto, maledetta stupidità giovanile.
Ero giovane, ero spietato, ero bravo a sparare. Ero in piena ascesa. Avevo solo 21 anni quando ebbi un incarico di prestigio.
Qualcuno aveva attentato alla vita di Martelli, il boss che governava la zona est di Roma.
Non ricordo come ma lui si era salvato, ma ora non si sentiva più al sicuro.
Ingaggio cinque uomini per fargli da guardie del corpo. Io ero il più giovane dei cinque. Gli altri erano REMO, ALDO, GIO’ e PAOLO.
Insieme noi eravamo grandi. Non ci limitammo a scortare il boss e sua moglie. Riuscimmo, senza che nessuno ci avesse chiesto di farlo, a scoprire chi era il mandante degli omicidi. Il nostro capo era veramente soddisfatto di noi, ma io commisi l’errore di rendere sua moglie soddisfatta di me.
Quando si seppe della mia relazione, il boss chiese ai miei compagni di uccidermi. Noi cinque eravamo diventati, durante la missione, amici. Veri amici.
Non volevano uccidermi. Decisero di fingere la mia morte, dovetti scappare all’estero e di loro non seppi più niente… fino a una settimana fa.
Fu come una bastonata in testa, quel nome scandito dalla giornalista in quel canale satellitare suonava graffiante ad ogni lettera: ALDO era stato trovato in un fiume, il suo corpo era stato massacrato. L’avevano torturato. Volevo andare al funerale, lo dovevo alla nostra amicizia, dovevo farlo ma non potevo. Poi fu trovato anche PAOLO anche lui era stato torturato e ucciso. Mi giunse un sospetto. Chiamo un mio conoscente di Roma: GIO’ è stato portato via dagli uomini del Boss e REMO è scomparso.
Cercavano me, qualcuno aveva parlato. Cercavano me e torturavano i miei amici per trovarmi. Dovevo tornare a Roma.
Dovevo trovare REMO! C’era un solo posto dove poteva essere andato.
Il taxi mi lascia la BLUE SEA, un locale per omosessuali e transessuali. Sono in pochi a conoscere i gusti sessuali di REMO. Nel nostro ambiente la virilità è un obbligo.
Lo trovo in una sala appartata, lo trovo come mi aspettavo di trovarlo: vestito da donna è ubriaco.
Appena si riprende dall’alcool mi racconta tutto. Il Boss ha scoperto l’inganno e ora si sta vendicando.
E’ solo questione di tempo prima che trovi Remo. Io potrei scappare, Remo non parlerebbe mai. Non posso farlo, e non voglio farlo, i miei amici meritano la loro vendetta. Agiremo questa notte, Martelli non sa che sono qui. Lo coglieremmo di sorpresa.
Remo mi fornisce tutte le armi di cui ho bisogno. Sono stanco di scappare.
Martelli vive qui dentro. Un’immensa villa si para davanti agli occhi miei e di REMO. Ha di tutto lì dentro: c’è anche un club privé per gli scambi di coppie.
Ci presentiamo come coppia, Remo sembra una vera donna, ci fanno passare senza difficoltà, basta pagare. REMO ha perfino le tessere.
Il club è molto fine e si mangia bene. Martelli lo fece costruire per soddisfare un suo bisogno personale. Il suo essere un erotomane incallito. Sembra debba farsi tutte le donne che conosce. E’ su questo che noi puntiamo. Lui conosce Remo non IRMA.
Ben presto la nostra idea ha successo. Martelli si avvicina, chiede se può usufruire d’IRMA/ REMO, in cambio posso scegliere chi voglio. Non mi riconosce, Remo mi ha truccato bene.
Faccio finta di vagliare la sua offerta. L’accetterei comunque anche se non dovessi vendicarmi di lui, il locale è pieno di ragazze di cui vorrei approfondire la conoscenza.
Vado con una biondina con gli occhi azzurri. Sembra un angelo, so di non poterci fare nulla ma almeno sto in buona compagnia aspettando il segnale.
L’SMS, il nostro segnale arriva, quando la ragazza ha appena tolto il reggiseno.
“Secondo piano terza stanza” questo è quello che il messaggio dice.
Quando arrivo vedo che tutte le guardie del corpo sono lì. Saranno in sette o otto. Gli chiedo cos’è successo. Dicono che qualcuno ha preso in ostaggio Martelli, dopo di che m’invitano ad andarmene, potrebbe essere pericoloso. Lo sarà sicuramente, ma per loro. Da sotto la camicia, attaccato col nastro adesivo tiro fuori la mia mitraglietta. E’ questione di un attimo, non hanno neanche il tempo di capire chi li sta falciando.
Invito Remo ad uscire con il nostro amico. Martelli con la canna della pistola di Remo, puntata alla tempia sembra collaborare volentieri.
Chiediamo dov’è Giò. Scendiamo nelle cantine come ci ha indicato Martelli.
Falciamo altre due guardie, e Remo a farlo, ed è veloce nel farlo cazzo s’è veloce.
Troviamo Giò, e purtroppo lo troviamo vivo. L’hanno massacrato. Non ci resta che sparargli per alleviare il suo dolore.
Usiamo Martelli come ostaggio per la fuga.
Durante il tragitto ci propone un patto, la sua vita per del denaro molto denaro. Ci diciamo: perché no! Lui ritira una grossa somma per noi, cifra che contiene diversi milioni d’euro.
Prendiamo i soldi e lo ammazziamo comunque. In parte abbiamo onorato il patto, avremmo voluto prima torturarlo ma non l’abbiamo fatto.
Torno al mio esilio, anche Remo scappa via dall’Italia. Non l’ho più sentito,per mesi, almeno finche non mi è arrivata una lettera da Casablanca, dentro c’era la foto di una bella donna completamente nuda. La lettera era firmata IRMA.
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